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"Franco Alvisi, nella scrittura colta e brillante, porta, come tutti i poeti, profonde ferite, che sono le ferite delle parole che più appaiono nei suoi versi: mare, occhi, sole. Luce, notte, labbra, cielo, rosso, mani, vita, terra, luna, stelle, sangue, foglie, fiori, Dio, cuore... Sono le ferite della meditata frustrazione quotidiana, e alla sua poesia cerca di nascondere facendole esplodere in cronache liriche dallo sfacelo. Questa è la tensione modernistica e espressionistica della sua poesia, che gioca clownescamente con forme preziose e spezzature di ritmi" (dalla prefazione di Ruggero Campagnoli).